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PROCIDA, ELENA, DANIELI E SICILIANIcon entusiasmo e sommo sdegnoO patria adorata,Mio primo sospiro,Ti lascio prostrataNel sangue, nel duol!Il santo tuo spiroPiù bello s'accenda,E fosca a lui rendamostrando ArrigoLa luce del sol!A voi l'infamia,La gloria a me.
ARRIGO Nel mio petto esterrefatto Cessò il battito del cor! L'onta rea di tal misfatto Fa palese il mio rossor! Per colpa del fato In preda al delirjo, Di sangue bagnato Ho il patrio mio suol! O speme! il tuo spiro Nel seno è già spento; Non veggo, non sento Che lutto, che duol! A lor la gloria, L'infamia a me.
FRANCESI Dio possente, a te la lode Salga umil dai nostri cor! Ché salvasti il sen del prode Dal pugnai de' traditor!
MONFORTE, FRANCESI ad Arrigo Rivolgi ora grato A Francia il sospiro! Dell'Eden beato E specchio il suo suol! Più nobil desiro Il petto t'accenda, E viva a te splenda La luce del sol! A voi l'infamia, La gloria a me!
ARRIGO avvicinandosi ad Elena, a Procida ed agli altri Siciliani Donna!... pietade, amici! Vi muova il mio dolor!
PROCIDÀ, SICILIANI respingendolo No, no; mente l'iniquo - Indietro il traditor!
MONFORTE Io ti saprò difendere... Lieto con me vivrai!
ARRIGO con accento disperato No! lasciami!... giammai!
PROCIDA con sprezzo Or, che quell'empio - è scudo a te, Di doppia infamia - segno sarai. verso i compagni A noi la gloria -la morte a te!
PROCIDA, ELENA, DANIELI, SICILIANI O patria adorata, Mio primo sospiro, Ti lascio prostrata Nel sangue, nel duol! Il santo tuo spiro Più bello s'accenda, E fosca a lui splenda La luce del sol! A voi l'infamia, La gloria a me!
ARRIGO Per colpa del fato In preda al delirio, Di sangue bagnato Ho il patrio mio suol. O speme! il tuo spiro Nel seno è già spento; Non veggo, non sento Che lutto, che duol! A lor la gloria, L'infamia a me!
MONFORTE, FRANCESI Rivolgi ora grato A Francia il Sospiro! Dell'Eden beato È specchio il suo suol! Più nobil desiro Il petto t'accenda, E viva a te spienda La luce del sol! A voi l'infamia, La gloria a me!
A un gesto di Monforte, vengon trascinati via Procida, Elena ed i Siciliani. Arrigo vuol correre dietro loro, Monforte il trattiene. Procida ed Elena lo respingono con disprezzo nel mentre ch'egli loro tende le mani in atto di supplicare. Oppresso, annichilito, Arrigo vacilla e cade nelle braccia di Monforte.