Procida che discende dalla gradinata in fondo, ed Elena.
PROCIDA
Al tuo cor generoso,
Donna, grata esser dee la nostra terra!
ELENA
Perché?
PROCIDA
con gioia e voce sommessa
Senza difesa
Il nemico abbandona,
Tutto fidente in noi, torri e bastite.
Vestito a pompa e in braccio
A gioia folle, ognuno
Si dà in preda al piacer, lieto e festante.
ELENA
con inquietudine
Qual ci sovrasta fato?
PROCIDA
con voce bassa
Nulla ti sia celato!
Non appena tu avrai
Mosso l'ardente sì,
E del compito imene
I sacri bronzi dato avran l'annunzio,
All'istante in Palermo e universale
Il massacro incominci.
ELENA
Dell'ara al piede!... qui... dinanzi al cielo!...
E la giurata fede?
PROCIDA
: Più sacra ella ti fia del patrio suolo?
Tutto darei!...
ELENA
Anche l'onore?
PROCIDA
Anch'esso!
ELENA
Ah! mai!
PROCIDA
Ma sul tuo core,
Ove già l'odio è spento,
D'un Francese poté tanto l'amore?
D'un rio tiranno figlio...
Quest'amante...
ELENA
Ei m'è sposo!
PROCIDA
E tu il difendi?
ELENA
Sì!
PROCIDA
Tant'osi?
ELENA
Io l'oso!
Eccolo, ei vien!
vedendo Arrigo che esce dal palazzo a diritta.
PROCIDA
O donna, che ti arresta?
Va corri, mi denuncia!
Il prezzo è la mia testa!
ELENA
con orrore
(Io gli amici tradire?
No, no... ma pur... dovrei
Uccidere lo sposo?... Ah! nol potrei!)